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Crostata d’Estate

Il ripieno di questa crostata fresca e gustosa è fatto di crema pasticcera. Ma chi ha inventato la Crema Pasticcera giustamente considerata una delle preparazioni base più importanti in pasticceria?
Alcuni dicono che sia un vero mistero ma altri sostengono che sia stato un tale Francois Massialot (Limoges 1660-Parigi 1733), un importante cuoco di diversi illustri personaggi come Philippe D’Orleans e autore del libro “ Le cousinier royal et bourgeois” che poi gli inglesi tradussero e diffusero con il titolo “ The Court and Country Cook”.

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Babà profumato agli agrumi

Il Babà è un dolce estremamente raffinato  ed elegante e pur rappresentando uno dei protagonisti assoluti della pasticceria tradizionale napoletana in realtà le sue origini sono legate a diverse culture, sembra  infatti che  esso derivi da un dolce polacco a lievitazione naturale ( “babka ponczowa”) passato dalla Francia per arrivare poi a Napoli. Si narra che questo dolce sia stato realizzato agli albori del XVIII secolo per  caso dallo zar polacco Stanislao Lesczynki . Sembra che al sovrano non piacesse molto il dolce tipico polacco ( kugelhupf ) per la sua secchezza quindi stanco che gli venisse servito sempre questo dessert lo prese e lo scaraventò dall’altra parte della tavola andando a colpire una bottiglia di rhum che versandosi inzuppò il dolce: il suo profumo intenso colpì l’olfatto dello zar che volle assaggiarlo. Rimanendone estasiato. lo zar volle chiamarlo ” All Baba ” in onore di  uno dei personaggi de “Le mille e una notte” libro che adorava. Successivamente il sovrano detronizzato si rifugiò in esilio  in Francia,  grazie alla parentela con Luigi XV, portando con sé il suo amato dolce la cui ricetta fu messa a punto dai maestri pasticceri parigini. Essi semplificarono il nome in  “baba”. Alla fine il famoso dolce approdò a Napoli per merito dei “monsù” i cuochi francesi al servizio delle nobili famiglie partenopee. I pasticceri napoletani trasformarono il nome in “babbà” dando vita ad un vero e proprio mito cittadino. 

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Frappe e chiacchiere e… chiacchiere e…

E’ tempo di carnevale è tempo di dolci chiacchiere…. Secondo molti l’origine delle chiacchiere risalirebbe all’epoca romana in cui venivano fatti dolcetti a base di uova e farina chiamati “frictilia” che venivano appunto fritti nel grasso di maiale e preparati dalle donne romane per festeggiare i saturnali (festività  corrispondente al nostro carnevale); si usava farne in grosse quantità in quanto semplice da realizzare ed a basso costo e dovevano servire per tutto il periodo della Quaresima. Altra leggenda vuole che il nome “chiacchiere” risalga alla regina di Savoia che appunto un giorno durante una amabile “chiacchierata” le venne fame e dunque ordinò al cuoco di corte, Raffaele Esposito, di fare un dolce che potesse allietare lei ed i suoi ospiti e quindi egli, prendendo spunto dalla chiacchierata regale, diede il nome di chiacchiere a quel dolce veloce , semplice e sfizioso che preparò al momento.
Bugie, cenci, cioffe, crostoli, fiocchetti, frappe, galaniguanti, intrigoni, latughe,  maraviglias, merveilles,  sfrappole , ghisa , sossole , sprellegalarene, stracci, pampuglie, risole ………. ogni regione e città italiana li chiama a modo suo questi dolci di antichissima tradizione che qui vi propongo avvolti da zucchero a velo o intinti in un delicato ed avvolgente sciroppo agrumato.

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Struffoli di Natale

L’origine degli struffoli sarebbe, per alcuni, greca ed anche il loro nome deriverebbe dal greco “strongoulos” o “stroggulos” termine che indica una forma tondeggiante. Si ritiene però più probabile l’origine spagnola di questi dolci: infatti esiste nella cucina andalusa un dolce molto simile agli struffoli ” il pinonate ” dunque la diffusione di questo dolce a Napoli potrebbe risalire al periodo di vicereame spagnolo a Napoli. Sembra poi che attraverso i conventi napoletani abbiano conosciuto una grande diffusione, in particolare le suore li preparavano per offrirli come dono natalizio alle famiglie nobili che si erano distinte per opere di carità.
La loro realizzazione è piutosto semplice, sono buonisissimi e sfiziosi da mangiare in compagnia accompagnati da un buon vino e con questi dolcetti vi auguro un anno nuovo pieno di serenità e dolcezza!

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