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Marmellata di Arance con “Anice Stellato”

L’anice stellato (illicium verum),conosciuto in Cina da 3000 anni, fu introdotto in Europa da Thomas Cavendisch alla fine del diciassettesimo secolo, passando attraverso la Russia.  Usato molto dagli Egizi nel 1500 a.c. nelle bevande e nel cibo ma anche come rimedio. E’ un albero tropicale sempreverde originario dell’Asia orientale. ma è molto diffuso anche in sud America, è ricco di proprietà cui quelle digestive, carminative, galattogoghe e balsamiche. I suoi fiori di un bel colore giallo generano frutti dai semi aromatici che quando appassiscono diventano coriacei ed emanano un intenso aroma di anice.
Non so se sapevate che secondo la normativa europea, il termine marmellata può essere riferito solo alle preparazioni che contengono agrumi.
Dunque questa marmellata di arance acquisisce un avvolgente e particolare aroma dato dalla bellissima spezia anice stellato, provate per credere!

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Ananas con crema di mascarpone all’aroma di anice per “Frida”

Concludo il mio personale omaggio a Frida Kahlo con la ricetta di un dessert delicato ed avvolgente che per le sue qualità di freschezza e leggerezza si adatta benissimo ad essere degustato sia in inverno che d’estate. Tra gli elementi protagonisti di questo dolce si distingue l’ananas.  Si suppone che esso sia originario dell’America del Sud da cui deriverebbe l’etimologia del nome, gli indios infatti chiamavano questo frutto “anana” cioè “profumo”, d’altra parte si sostiene che il nome ananas potrebbe derivare anche da due parole arabe “ain-anas”   che significano “occhio umano” per della forma delle scaglie che ricoprono la polpa. Sono molteplici le proprietà benefiche di questo frutto tra le quali importante è l’azione digestiva, antinfiammatoria, antiossidante ecc. ma per sfruttare a pieno l’azione del principio attivo in esso contenuto, la bromelina, è preferibile consumarlo crudo.

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Chutney di cipolle rosse

La cipolla (allium cepa), componente base di questa chutney, si ritiene originaria dell’Iran o dell’Afganistan e che sia stata introdotta in Europa  dai greci. E’ uno degli ortaggi più antichi tra quelli consumati dall’uomo: godette di una grande considerazione presso gli Egizi che non solo ne fecero oggetto di culto, associando la sua forma sferica ed i suoi anelli concentrici alla vita eterna,  ma la venerarono come una divinità da invocare a testimonianza di giuramenti o da mettere in mano ai defunti come lasciapassare per l’aldilà. Alessandro Magno la somministrava alle sue truppe per aumentarne il valore. Nell’antica Grecia sembra che gli atleti ne mangiassero in grande quantità perché convinti che alleggerisse il sangue mentre i gladiatori romani si strofinavano il corpo con le cipolle per rassodarne i muscoli. Discoride (medico, botanico e farmacista greco che esercitò a Roma durante l’impero di Nerone) sottolineava che la varietà bianca fosse più adatta come alimento, mentre, quella rossa, come medicinale, anche Galeno affermò la stessa cosa ritenendo il colore rosso indice di una più intensa efficacia curativa. Nel Medioevo le cipolle costituivano un alimento molto importante tanto da essere utilizzate non solo come cibo ma anche come merce di scambio per pagare gli affitti o come doni.
Il  termine inglese chutney indica un tipo di condimento tipico della cucina indiana e diffuso in tutta l’Asia meridionale, che gli inglesi importarono dall’Oriente dopo la dominazione britannica in India, viene consumato nei sendwich, con i formaggi (il cheddar, il cheshire, lo stilton). E’ una preparazione  sempre speziata ed  agrodolce solitamente contiene  verdure o frutta cotte a lungo con zucchero e aceto. Viene utilizzata come salsa di accompagnamento agrodolce per pietanze dal gusto delicato.
Il chutney più famoso è quello di mango ma ne esistono di mele, ananas, prugne, pesche, albicocche, pomodoro, cipolle, melenzane, fichi, cocco, datteri, menta, e tanti altri ancora. Le spezie più usate sono il pepe nero, lo zenzero, la curcuma, il garam masala, semi di senape, coriandolo.
Di solito i chutney accompagnano il piatto principale per esempio carne di maiale arrosto, ma sono molto buoni anche con verdure fritte o lessate, lenticchie e ceci, formaggi freschi o stagionati, riso, carni bollite o cotte  a vapore, pesce.

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Dolce semplice con frutta d’autunno

Questa torta è veloce da realizzare ed è ideale per la colazione, io ho usato i Kaki mela ma può essere impiegato anche altro tipo di frutta.
Il nome botanico del kako mela è diospyrus kaki, proprio per le sue origini orientali gli è stato attribuito anche il nome di loto del Giappone dove è molto amato ed ha assunto una valenza simbolica di vita e rinascita. Questo frutto  è diverso dal cako comune infatti esso non va consumato subito dopo la raccolta ma va fatto maturare fino a perdere il contenuto di tannini  acquistando così dolcezza. E’ di colore arancio e va consumato croccante e dolce, si  sbuccia come una mela. Il kako mela  è un frutto tipico dell’Emilia e la sua stagione va da ottobre a novembre. Si conserva meglio fuori dal frigo per un massimo di 6/7 giorni. Se sono un pò acerbi per farli maturare bisogna disporli in una cassetta o su un cartone distanziati tra loro e con alcune mele interposte in luogo caldo asciutto e possibilmente buio, le mele infatti liberano dei gas che rendono più dolci  i kaki. Sono frutti energeteci.  Il consumo di un frutto equivale ad una scorta di zuccheri semplici come il fruttosio, le fibre sono abbondanti ed il colesterolo assente è ricco di potassio e di provitamina A e C. Oltre che crudi i kaki mela si prestano benissimo per la preparazione di confetture e crostate.

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